Cristiano Poli Cappelli


Da dove nasce l'idea di un cd con l'opera completa di Alexander Tansman?

Devo dire che ho sempre avuto un grande interesse verso questo autore. Come molti il mio primo rapporto con Tansman è stato tramite la Cavatina che è uno dei capisaldi del nostro repertorio.  Negli ultimi anni avevo iniziato ad approfondire e  a studiare con interesse altri brani di Tansman come le  Variazioni su un tema di Scriabin, che oggi vanno molto di moda, e la Ballade che avevo ascoltato nella magnifica interpretazione di Frederick Zigante. Devo dire che la mia attività artistica con Andrea Pace non mi lascia molto tempo per il repertorio solistico ma, dopo la pubblicazione del Cd su Mario Castelnuovo-Tedesco, ho deciso di fare un’esperienza discografica “solistica” e di cimentarmi con questo autore, del quale mancava una registrazione integrale e del quale avevo approfondito già molte opere… ecco come è nato il progetto. 

Quale é stato il Tuo approccio verso nei confronti di un'artista che ha segnato un'epoca ed una generazione di chitarristi ?

Se dovessi definire il mio rapporto con la musica di Tansman in una parola utilizzerei la parola “rispettoso”! Ho vissuto questa esperienza cercando di affrontare le opere di questo autore senza indulgere in personalismi, cercando di dare una lettura che fosse sincera, coerente e, come dicevo poco fa, rispettosa. In realtà non è un approccio molto diverso da quello che abbiamo avuto io e Andrea nel leggere ed interpretare Castelnuovo-Tedesco. Ecco, credo di poter dire, oggi, di essere riuscito a dare una mia visione personale, inevitabilmente mia, intima, ma, allo stesso tempo, di avere evitato un’operazione istrionica e autocelebrativa. Non era questo quello a cui ambivo.

Hai lavorato su manoscritti o edizioni in commercio ?

Ho utilizzato, quando possibile, i manoscritti dell’autore ma anche le edizioni pubblicate negli ultimi anni.  Ho cercato sempre di mettermi nella stessa condizione in cui si trova il destinatario di un’opera: leggere il manoscritto e cercare di fare il possibile per rendere l’opera eseguibile..senza farmi influenzare dalle scelte editoriali operate da altri, anche se di altissimo livello. Credo che tentare di fare questo sia una bella assunzione di responsabilità e non è sempre stato semplice fare le scelte che alla fine ho fatto nel lavoro di registrazione. Un grande aiuto mi è stato dato, concretamente ed umanamente dalla splendida Marianne Tansman, una delle figlie di Alexandre. Non finirò mai di ringraziarla per il suo supporto. Mi ha aiutato con grande generosità a ricostruire tanti aspetti caratteriali e psicologici di Tansman, aspetti molto importanti nel mio modo di “leggere” le opere, un modo spesso introspettivo. 

Come è nato il tuo amore per la chitarra ?

Il mio amore per la chitarra è nato, in un certo senso,  con me… già quando avevo pochi anni. Mio padre suonava da autodidatta, come tanti, e suonava a volte qualche canzonetta… io ricordo molto bene la sensazione che provavo: ero indescrivibilmente attratto da questo strumento, dalle corde, dal timbro, dalla forma. Non facevo altro che esplorarlo, tirare le corde…credo di aver rotto un paio di chitarre se non ricordo male, proprio durante queste “esplorazioni”!. Crescendo ho iniziato a suonare da autodidatta per qualche anno, anche la chitarra elettrica,  senza mai prendere lezioni. Ricordo che in quel periodo mi interessava una sola cosa: suonare la chitarra!  Ho iniziato a studiare seriamente chitarra classica solo intorno ai 18 anni e per caso: dopo aver ascoltato un cd di Segovia sono rimasto folgorato. Ho ancora quel cd.. Ho deciso che avrei fatto il chitarrista. Andai subito a comprare i 20 studi di Fernando Sor senza sapere nemmeno chi fosse. Credo che sia stato il mio primo acquisto. 

Quindi hai iniziato il tuo percorso relativamente tardi.. 

 Sì, un po’ tardi rispetto alla norma. Ma sono riuscito a recuperare un po’ del tempo perduto grazie ad un impegno notevole.. ho preparato l’esame di solfeggio in circa 6 mesi da autodidatta e il compimento inferiore in circa un anno. Devo dire che ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada diversi bravi insegnanti (in quel periodo ho cambiato diverse città con la mia famiglia) come Andrea Anselmi di Palermo e Vincenzo Amabile di Napoli.  

In particolare Letizia Guerra è stata fondamentale in un momento cruciale della mia vita. Stavo terminando i miei studi in giurisprudenza e Letizia è stata capace di fare un piccolo miracolo, portandomi al diploma in pochissimi anni. Posso dire che se non la avessi incontrata forse non avrei fatto il chitarrista..E’ una grande chitarrista e una grande didatta. Ha saputo capire quali erano le mie potenzialità anche quando riuscivo a fare un decimo delle cose che mi indicava.. Ecco, non smetterò mai di ringraziarla. 

Avendo iniziato molto tardi devo dire che la mia formazione “post-diploma” con Stefano Palamidessi è stata altrettanto fondamentale perché è stata un’esperienza di “strutturazione” di ciò che avevo dovuto imparare con grande rapidità negli anni precedenti. Stefano mi ha insegnato a razionalizzare e a far coesistere l’istinto musicale con il pensiero musicale vero e proprio. 

Hai studiato Legge e chitarra contemporaneamente? 

Esatto. Sono stati anni molto intensi. Ho preso il diploma di Chitarra circa un mese dopo la Laurea  in Legge.. Ho anche deciso di proseguire la pratica legale e ho sostenuto l’esame per diventare avvocato. A quel punto non potevo più temporeggiare. Frequentavo il Triennio di perfezionamento con Palamidessi, ho iniziato a collaborare con Andrea Pace e Matteo De Rossi. Nello stesso periodo ho conosciuto il Direttore Manfredo di Crescenzo con cui ho iniziato una lunga collaborazione e amicizia. Insomma: la decisione era presa. 

Le tue figure Chitarristiche di riferimento

Devo dire che non ho mai avuto delle figure chitarristiche di riferimento vere e proprie.. Ho amato molti chitarristi anche se, ovviamente, ho sempre visto Andres Segovia, John Williams, David Russel, John Williams, come stelle nel cielo chitarristico.  Oggi ammiro molto chitarristi come Marcin Dylla e Christian Saggese, Lorenzo Micheli, Andrea De Vitis e molti altri. Trovo che siano chitarristi eccezionali e musicalmente trasparenti, preparati, con una tecnica incredibile ed “invisibile”. 

Tuttavia ho sempre avuto delle idee abbastanza decise e personali sul modo in cui avrei voluto interpretare e suonare e queste mie idee, se da qualcuno sono state influenzate, lo sono state da musicisti come Christian Ferras, da Wilhelm Kempff o Benedetti Michelangeli…ma anche John Coltrane, Charlie Parker, Charles Mingus o, che so, George Brassens. Ecco, se c’è qualcosa che considero fondamentale nella mia formazione, è l’aver ascoltato tanta musica di ogni genere, dal Jazz, al rock, alla musica popolare, alla canzone francese.

Che strumento hai attualmente? 

In questo momento sto suonando con una splendida De Gregorio in cedro, in attesa di entrare in possesso di una nuova chitarra in abete. Mi trovo magnificamente. Credo che Leonardo abbia trovato un equilibrio magnifico tra bel suono, potenza, comodità. E’ davvero una chitarra notevole ed è la chitarra con cui ho decido di incidere il Cd su Tansman. 

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Come è la tua esperienza con la didattica? Insegni nelle scuole Medie ad indirizzo musicale: come valuti questa esperienza?

La didattica rappresenta una buona parte della mia esperienza di musicista, come per molti di noi.. Io ho deciso di insegnare nella realtà delle Scuole Medie ad indirizzo musicale e questa scelta, per ora mi dà notevoli soddisfazioni anche se non è sempre facile lavorare in Italia nell’ambito scolastico.  Credo che l’istituzione delle scuole medie ad indirizzo musicale abbia avuto un ruolo importante per far vivere un’esperienza musicale di buon livello nella scuola pubblica.. Ogni anno tanti ragazzi hanno l’occasione di cimentarsi con la musica classica, in orchestra, insieme ad altri ragazzi, hanno la possibilità di partecipare a concorsi, rassegne. Insomma, hanno accesso alla musica e alla possibilità di vivere la musica. 

L’altro lato della medaglia è lo scollegamento tra Scuole Medie e Conservatori che faticano a mantenere il livello di qualità dei nostri “vecchi ordinamenti”. Mancano le ore sullo strumento, mancano le ore passate a memorizzare, meditare, entrare nei brani. Troppe e, a volte, inutili materie tolgono tempo alla pratica strumentale.. Inoltre manca quasi del tutto un percorso intermedio, che in teoria sarebbe competenza dei Licei Musicali: questi Licei musicali sono ancora pochi e faccio un po’ di fatica a capirne molti aspetti. Ecco, la mia visione è ambivalente. Da una parte trovo meraviglioso che i ragazzi che vogliono fare musica possano accedervi gratuitamente. Dall’altro lato temo che stiamo dando a molti giovani l’illusione di aver in mano un titolo facilmente spendibile nel mondo del lavoro..la realtà è che nel mondo della musica di facile ci sia molto poco e credo che molti ragazzi siano indotti a credere che la loro Laurea in chitarra sia un passe-partout che apra qualsiasi porta e, purtroppo, non è così. 

Che progetti hai per il futuro? 

Nel mio futuro c’è molto..duo! Dopo la mia esperienza solistica ho intenzione di proseguire il lavoro con Andrea Pace. Abbiamo già in programma diversi concerti e nuovi progetti discografici. In effetti la musica da camera continua ad essere la cosa che mi appaga e che mi diverte di più.

Suonare con Andrea è un’esperienza eccezionale musicalmente e umanamente. E’ diventato davvero difficile considerarlo un lavoro.. ! 


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